a cura di Padre Giuseppe Sinopoli |
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CONCLUSIONE
L’aver avuto nelle mani i documenti olografi della ripristinazione e del riscatto del Convento con annessa Chiesa e dell’orto è stata per me una gioia grande, che ho inteso subito condividere con i confratelli e con quanti hanno a cuore la loro storia, scrivendo questo volume.
Tali documenti, infatti, ci rivelano un altro frammento di vita non solo dei suddetti luoghi, ma anche del meraviglioso dialogo d’amore tra i Cappuccini e le popolazioni di Chiaravalle Centrale e dei paesi vicini. «Un dialogo - come già ebbi modo di scrivere nel precedente volume sul complesso conventuale - fatto da una parte, di diaconie ministeriali ecclesiali (evangelizzazione, sacramenti, sacramentali), di grande attenzione ai bisogni dei più poveri e degli emarginati specie nei periodi storici più critici, di solidarietà per gli umili ed i semplici, di rispetto per i lontani, di incoraggiamento per i giovani e i disoccupati, di venerazione per gli anziani e gli ammalati, di docile ascolto per tutti; e, dall’altra parte, di gesti semplici, spontanei e fortemente gratuiti, come il farsi dono non solo con l’elemosina, ma anche col lavoro manuale, specie in occasione della costruzione o delle frequenti riparazioni del Convento e della Chiesa; o come un comunicare con gioia un senso di appartenenza sempre più familiare, tanto da sentire i Frati come propri; o come il condividere le ansie e le speranze; o come il testimoniare sentimenti di profonda stima, venerazione, comprensione e rispetto, e pensarli punto di riferimento importante nei momenti più delicati della propria esistenza».
Il periodo della ripristinazione e del riscatto, segno di «resurrezione» dopo la «soppressione», credo che sia la testimonianza più credibile di questo dialogo d’amore di ieri, oggi e domani, anche se le sfumature cambiano a seconda delle situazioni e dell’evoluzione dei tempi. Un dialogo che, nonostante le cose tristi, continua a spaziare nei cieli della speranza, la sola conduce allo splendore della resurrezione.
D’altronde, San Francesco d’Assisi ha detto ai suoi Frati, riferendosi alla Chiesetta della Porziuncola: «Guardate, figli, di non abbandonare mai questo luogo! Se vi cacciano via da una parte, voi tornateci dall’altra, perché questo luogo è santo...» (FF 178).
Padre Giuseppe Sinopoli
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