a cura di Padre Giuseppe Sinopoli

 

 

                                                                                                                                                                               fotogallery

                                                                                                                                                                               video

                                                                                                                                                                                                                                          Le foto aeree sono

                                                                                                                                                                                                                                            di Pepè De Leo

 

Chiaravalle Centrale

 

 

Una bella cittadina

 

Chiaravalle Centrale (CZ), situata ad un’altitudine che varia dai 347 ai 925 metri sul livello del mare, è un’interessante e bella cittadina con un’affascinante hinterland. Fu chiamata così per la sua posizione geografica1 e per la sua struttura territoriale, caratterizzata da un’ampia valle verdeggiante, «delimitata ad ovest ed a nord-ovest dalla dorsale appenninica che trova le sue punte massime nei monti Pizzinni (alt. m. 918), Coppari (alt. m. 961) e Serralta San Vito (alt. m. 1013), a nord da un degradante costone montuoso che passa alle spalle dei comuni di Cenadi, Olivadi e Centrache per prolungarsi, risalendo, fino al monte Paladino (alt. m. 689), ad est dal monte La Rosa (alt. m. 709), il quale, dopo avere accolto sul suo fianco esposto a sud l’abitato di Petrizzi, degrada e fa passare - a quota che scende anche al di sotto dei 300 m. sul livello del mare - il fiume Beltrame, che dopo avere ospitato le acque dei fiumi Scorzone, Acqua Bianca e Memoriana, sbocca nel Mare Jonio ove assume il nome di Torrente di Soverato».

 

Inizialmente il centro abitato si denominava Claravallis o Clara Vallis, in seguito Claravalle, quindi Chiaravalle ed infine Chiaravalle Centrale. Quest’ultima denominazione con delibera del Consiglio Comunale, su invito del Governo italiano, il 5 novembre 1862.

 

La Terra di Chiaravalle Centrale si estende su un’area di circa 23 kmq in cui prendono dimora quasi 8.000 persone, distribuite nelle seguenti località: Centro, con un nucleo storico; Acquamammone; Case Incenso; Clemenza; Difesa; Felicetta; Fraguso; Gatto; Pellegrino; Piano Pietra; Piano Serra; Pirivoglia; Santa Lucia; Serra Rizzo; Servagno; Spirito Santo; Tripomelingi; e in Case Sparse.

 

 

Capoluogo di governo

 

Purtroppo non siamo in possesso di documenti che ci consentano di risalire, con nitida attendibilità storica, alle sue origini e di seguirne l’evoluzione. D’altra parte, scopo di queste righe non è quello di introdurre all’esposizione di una ricerca storica sulla cittadina, ma solo quello di presentare quest’ultima essenzialmente come il centro urbano entro cui è presente il convento dei padri cappuccini.

 

Alla luce di quanto è stato pubblicato2 e di quanto tramandato con le leggende3, sappiamo che questa comunità, in forma aggregazionale rurale, esisteva già nell’anno 1075, quando Ruggero I ne occupò il territorio, lasciandolo poi in eredità al figlio Ruggero II4.

 

Nel 1497 lo ebbe in dote nuziale Sancia, figlia del Re Alfonso II d’Aragona, del Principato di Squillace, passando quindi al dominio dei Borgia.

 

Nel 1506 venne inglobato nei possedimenti della Contea di Soriano. Ma nel 1611 lo rileviamo sotto il dominio dei signori Capece-Piscicelli, «il cui ultimo feudatario, Baldassarre, perito nel terremoto del 1638, lasciò eredi i discendenti di due sorelle che litigarono per quasi un secolo, in seguito a che il vincitore della lite, Antonio Drago, alienò la Baronia, nel 1721, della famiglia cosentina dei Castiglion-Morelli, Marchesi di Vallelonga, che la tennero fino all’eversione della feudalità (1806)»5.

 

Con decreto legge francese datato 19 gennaio 1807, Chiaravalle venne costituito capoluogo di governo, comprendente i centri urbani di Argusto, Torre di Ruggiero, Gagliato, Cardinale e Davoli. Tale importante riconoscimento giurisdizionale fu conservato anche nel secondo riordino amministrativo (1811), istituente i Circondari e i Comuni, sui paesi di Torre di Ruggiero, Cardinale, Argusto, Gagliato, San Vito sullo Jonio e Cenadi. E con tale riconoscimento ancora lo registriamo in seguito alla riforma dei Borboni, la quale, mediante decreto legge del 1° maggio 1816, riportava contemporaneamente la provincia da Monteleone (Vibo Valentia) a Catanzaro.

 

Riedificata dopo il tremendo terremoto del 5 febbraio 1783 e di nuovo gravemente danneggiata da quelli del 1856 e 1905, lo Stato ha creduto opportuno deliberare l’8 settembre del 1922 lo stanziamento dei fondi necessari per il consolidamento dell’abitato6.

 

 

Le risorse economiche

 

Come in tutti i centri urbani dell’entroterra, la maggiore ricchezza di Chiaravalle Centrale era e rimane la stessa madre terra con i suoi prodotti; i più rinomati erano (e sono) il grano, il granturco, le patate, i fagioli e le castagne. Ciò anche in considerazione del fatto che i 2/3 degli abitanti abitano nelle campagne.

 

Assai interessante era anche la lavorazione del legno boschivo e la coltivazione del lino: quest’ultima oggi è in pratica scomparsa, mentre persiste discretamente la prima.

 

Molto fiorente era pure l’allevamento di capi di bovini e suini. Oggi, purtroppo, anche questa ricchezza è fortemente in calo; si difendono abbastanza bene, invece, l’attività commerciale e l’industria, in piena sintonia con l’evoluzione dei tempi ed il turismo parentale.

 

Notevoli i flussi emigratori soprattutto nel nord Europa e nel sud-nord America, contribuendo a migliorarne, con il frutto del lavoro, le proprie condizioni d’origine.

 

 

Le testimonianze monumentali più rilevanti

 

Chiaravalle Centrale non aveva, fino ad un paio di lustri or sono, alcun museo e nemmeno una biblioteca di un certo valore. Questa carenza andava ricercata essenzialmente nelle conseguenze delle furie devastanti del terremoto del 5 febbraio 1783 e delle alluvioni del novembre 1935 e del 15-18 ottobre 1951, ma anche nelle poche disponibilità di risorge economiche.

 

Con l’arrivo, alla fine del secolo scorso, del sottoscritto in qualità di Guardiano del convento, si sono focalizzati, tra gli altri, due obiettivi importanti: a) la rivalutazione della Biblioteca conventuale; b) la formazione di un museo etno-demografico, che rappresentasse, da una parte, la bellezza della fede, espressa nella pietà popolare, nell’arte e nella storia documentale; e, dall’altra, la civiltà contadina e artigiana. Ambedue non articolate in modo autonomo, ma in perfetta interazione unitaria. Come se fosse un solo corpo strutturale, il cui valore occorreva riscoprirlo e riproporlo alla sensibilità universale della cittadinanza chiaravallese e del comprensorio, seminando nuovi imput di appropriazione e di promozione. E ciò per la semplice ragione che tutto ciò raccontava la storia dei noi padri e, nel contempo, ne rivelava l’espressione del patrimonio socio-culturale e religioso della nostra Terra.

 

Tra le testimonianze storiche più rilevanti, tuttora riscontrabili e godibili, sottolineiamo: la Chiesa Parrocchiale (sec. XV); il centro storico (sec. XVII-XVIII); la Chiesa Matrice (sec.  il portale ad arco tondo bugnato di granito dell’ex Municipio in piazza Dante (Palazzo Staglianò), risalente al secolo XVII; alla salita di via Castello uno splendido stemma anch’esso in pietra (1600); il portale ad arco tondo bugnato in granito (Palazzo Staglianò in via Francesco Spasari alias via Granvia); altro simile portale (Palazzo Polerà) al rione Cona; e il Complesso Conventuale dei Padri Cappuccini con annessa Chiesa (secolo XVI) in via Scesa Cappuccini.

 

Giuseppe Sinopoli

 

 

NOTE

1 E’ al centro di un nugolo di paesi e cioè i mandamenti di Badolato, Gasperina, Serra San Bruno e Monterosso. Inoltre, esso è equidistante tra la cittadina    di Soverato e quella di Serra San Bruno, a circa 17 km.

2 Cfr. G. M. ALIANO, Istorica descrizione del Regno di Napoli, Napoli 1798; GABRIELE BARRIO, De antiquitate, et situ Calabriae, Roma 1737; UMBERTO CALDORA, Calabria Napoleonica, Napoli 1969; ANTONIO CARVELLO, La società catanzarese nella crisi dell’unificazione: il Plebiscito del 1860 in AA. VV., Civiltà di Calabria, Chiaravalle Centrale 1967; GAETANO CINGARI, Storia della Calabria dall’unità ad oggi, Bari 1982; GUSTAVO VALENTE, Dizionario bibliografico biografico geografico storico della Calabria, vol. III, Chiaravalle Centrale 1991; IDEM, Dizionario dei luoghi della Calabria, voll. 2, Chiaravalle Centrale 1972; IDEM, La Calabria nella legislazione borbonica, Chiaravalle Centrale 1972; ELIA D’AMATO, Pantopologia calabra nella quale dei più celebri luoghi della stessa provincia ed uomini, per armi, pietà, titoli, sangue, illustri si ponderano le memorie, Napoli 1725; GIOVANNI P. FIORE, Della Calabria illustrata, Napoli 1691; SALVATORE FODERARO, Splendore antico dello artigianato calabrese, Napoli 1963; GIUSEPPE GALASSO, Economia e società nella Calabria del Cinquecento, Napoli 1967; PAOLO GUALTIERI, Glorioso trionfo o ver leggendario di SS. Martiri di Calabria, Napoli 1630; LUIGI IZZO, La popolazione calabrese nel secolo XIX, Napoli 1965; JOLE MAZZOLENI, Fonti per la storia della Calabria nel Viceregno (1503-1734) esistenti nell’Archivio di Stato di Napoli, Napoli 1968; LEOPOLDO PAGANO, Studi sulla Calabria, Napoli 1892; ERNESTO PONTIERI, La Calabria a metà dei sec. XV e le rivolte di Antonio Centelles, Napoli 1963; MARIO PELLICANO-CASTAGNA, La storia dei feudi e dei titoli nobiliari della Calabria, Chiaravalle Centrale 1984; C. WILLEMSEN-D. ODENTHAL, Calabria. Destino di una terra in transito, Bari 1967; DOMENICO ZANGARI, Analecta calabra, Napoli 1931.

3 Cfr. DIREZIONE DIDATTICA STATALE-CHIARAVALLE CENTRALE, Chiaravalle Centrale. Ricerca Storico-Geografica Socio-Economica e Folklorica, Chiaravalle Centrale 1983, p. 17.

4 Cfr. GUSTAVO VALENTE, Dizionario..., p. 374; DIREZIONE DIDATTICA STATALE-CHIARAVALLE CENTRALE, Chiaravalle Centrale. Ricerca..., p. 17.

5  GUSTAVO VALENTE, Dizionario..., p. 374.

6  Cfr. GUSTAVO VALENTE, Dizionario..., p. 375.